Egitto: emergono nuove ipotesi sull’Airbus precipitato in mare “Probabile incendio a bordo.”

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Il mistero dell’Airbus precipitato al largo di Alessandria, in Egitto, il 19 maggio 2016 sembra essere ormai vicino ad una soluzione. Secondo quanto riportato da alcune fonti vicine agli investigatori francesi, che si stanno occupando del caso, a far precipitare il velivolo in mare sarebbe stato un incendio a morto e non un attacco

AFRICA-Dopo quasi un anno di indagini e di ricerche, il mistero dell’Airbus precipitato al largo di Alessandria, in Egitto, il 19 maggio 2016 sembra essere vicino ad una soluzione. Secondo quanto riportato da alcune fonti vicine agli investigatori francesi a far precipitare il velivolo non sarebbe stato un attacco terroristico, ma un incendio.

A rivelarlo è stata l’agenzia mediatica Afp, che ha inoltre rivelato che sui corpi delle vittime non sono state trovate tracce di esplosivo. Esclusa quindi l’ipotesi della bomba a bordo, è possibile che a provocare l’incidente siano state le fiamme divampate da un tablet che si trovava nella cabina di pilotaggio.

Egitto: i resti dell’aereo si trovano ora nelle mani degli egiziani, ma i francesi temono rallentamenti

Tra le vittime del velivolo, precipitato tra Alessandria e l’isola di Creta, c’erano anche 15 francesi. I corpi, dopo gli accertamenti del caso, sono stati riconsegnati lo scorso gennaio alle famiglie, mentre i resti dell’Airbus si trovano nelle mani delle autorità egiziane, anche se i francesi temono rallentamenti nelle indagini.

Anche perché, subito dopo la tragedia, il governo egiziano aveva sostenuto con forza la tesi dell’attentato terroristico. Un’ipotesi che era stata considerata in un primo tempo plausibile, visto che il 31 ottobre 2015 una lattina esplosiva messa a bordo di un aereo che da Sharm El-Sheikh si stava recando a San Pietroburgo aveva provocato la morte di 224 persone.

In quell’occasione l’attacco era stato rivendicato dall’Isis, che aveva inoltre minacciato attaccati nei confronti delle Nazioni che stavano combattendo per liberare la Siria dall’influenza dello Stato Islamico.