Filippine: stop alla tregua, nuove accuse dei ribelli comunisti

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epa05690504 A picture made available on 29 December 2016 shows Filipino officers of the communist rebels 'New Peoples Army' (NPA) Jaime 'Ka Diego' Padilla (3-L), spokeperson of the communist New Peoples Army for Southern Tagalog, Cleo Del Mundo (2-L), spokeperson of the Apolonio Mendoza Command for Quezon province, and Ernesto Lorenzo (R), National Democratic Front of the Philippines peace consultant march ahead of the group during their anniversary celebration in the mountains of Sierra Mardre, Quezon province, Philippines, 28 December 2016. The communists rebels who are on the third phase of their peace negotiations with the government denied Filipino President Rodrigo Duterte's claim that they will die for the president. A ceasefire is in effect between the Armed Forces of the Philippines (AFP) and communist armed group-New People's Army (NPA) for the duration of the peace negotiations. EPA/PAT ROQUE

In data odierna i ribelli comunisti delle Filippine hanno annunciato lo stop della tregua, proclamata il 28 agosto scorso, e lanciano nuove accuse contro il governo “Non avete rilasciato tutti i prigionieri politici.”

ASIA-Nuove tensioni nelle Filippine, dove i ribelli comunisti hanno annunciato oggi lo stop della tregua, proclamata il 28 agosto 2016, e hanno accusato il governo di non aver rilasciato tutti i prigionieri politici e di aver sconfinato anche nelle aree controllate da loro.

Secondo quanto rivelato dal Partito Comunista filippino e dal suo braccio armato, il nuovo esercito del popolo, il cessate il fuoco si concluderà ufficialmente il 10 febbraio 2017, dopodiché riprenderanno le ostilità.

Filippine: riprendono le ostilità tra i ribelli comunisti e il governo

Il cessate il fuoco era stato annunciato lo scorso anno, in sedi separate, sia dai ribelli comunisti sia dal nuovo governo filippino. Subito dopo avevano ripreso i colloqui di pace, che i ribelli, secondo quanto riportato da L’Ansa, continueranno a sostenere ancora.

I guerriglieri avevano negoziato, senza successo, la fine della loro ribellione e il loro ingresso nell’esecutivo con sei presidenti filippini, incluso Rodrigo Duterte. Il segretario della difesa, tuttavia, ha annunciato che il dipartimento continuerà ad applicare il cessate il fuoco a meno che il presidente Duterte non decida di fare diversamente.

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