La procura di Roma, chiuse le indagini sull’omicidio di Stefano Cucchi, ha chiesto di mandare sotto processo cinque Carabinieri. Tre sono accusati di omicidio preintenzionale, mentre altri due per reati minori. Indagini sviate da otto anni di falsità
LAZIO-La procura di Roma, dopo la chiusura delle indagini sull’omicidio di Stefano Cucchi, ha chiesto di mandare sotto processo cinque Carabinieri. Tre sono accusati di omicidio preintenzionale, mentre altri due per reati minori.
E per la prima volta la famiglia Cucchi, che in questi otto anni ha lottato per dare giustizia a quel figlio ucciso in caserma, sembra aver trovato la pace “Non lo so come sarà la strada che ci aspetta d’ora in avanti, ma sicuramente si parlerà finalmente di verità, ovvero di omicidio.”
Roma, chiuso il caso Cucchi, è omicidio
Stefano Cucchi, tossicodipendente, era stato arrestato con l’accusa di spaccio tra il 15 e il 16 ottobre 2009. Poco dopo le tre del mattino venne affidato alla polizia penitenziaria, ma durante la notte scattò un pestaggio violento e selvaggio, che gli provocò la morte per aritmia.
Per otto anni le piste sono state sviate con falsità di ogni genere, come quella che voleva Cucchi morto a causa di un attacco epilettico. Ora però la giustizia sta facendo il suo corso, ma Alessandro Di Battista, membro del M5S, non ha potuto non commentare il fatto con una nota amara “Quel che è successo, è semplice: un cittadino italiano è finito in mano allo Stato e non ne è uscito vivo.”